Una piccola perla incastonata tra le vette dell'Himalaya. Per vent'anni capolinea di un viaggio alla ricerca della libertà e dell'evasione.
Punto di arrivo dell’itinerario mistico battuto dagli hippies negli anni Settanta e porta dell’estremo oriente per molti avventurieri che ancora oggi intraprendono un viaggio alla scoperta del continente asiatico, Katmandu è una piccola perla incastonata tra le montagne dell’Himalaya.
Ferma, immobile da millenni lungo la via della seta e delle spezie, scenario di vivaci traffici commerciali tra gli imperi asiatico e romano, questa città si caratterizza ancora oggi per i vicoli labirintici e i riti che vi si consumano tra danze in maschera e canti religiosi. L’impatto che si ha con questa adorabile capitale è qualcosa di simile a un vortice di immagini, suoni e odori e sono proprio quest’ultimi ad avere ispirato le note speziate e al contempo intense e avvolgenti del diffusore d’ambiente Katmandu della linea Kezir.
Diffusore d’ambiente Katmandu come la madeleine di Proust
Come in un’esperienza sensoriale di tipo proustiano, l’intensità di questo profumatore ha il potere unico di trasportare subito su un risciò tra i vicoli della città vecchia, di fronte ai meravigliosi templi medievali, facendo slalom tra i commercianti che affollano il centralissimo quartiere di Thamel e i “viaggiatori zaino in spalla”.
“L’impatto che si ha con questa adorabile capitale è qualcosa di simile a un vortice di immagini, suoni e odori “
Un viaggio affascinante, sorprendete ma a tratti anche estenuante che coinvolge e inebria chi lo intraprende. Ne sanno qualcosa le orde di ragazzi che negli anni Sessanta e Settanta, partendo un po’ da ogni parte dell’Europa, ma anche dall’Australia e dagli Stati Uniti, al termine del loro “hippie trail” raggiungevano Katmandu in cerca di libertà, evasione e molto altro. Di loro c’è chi si fermava per qualche giorno e chi invece decideva di trascorrervi un periodo ben più lungo. Il loro passaggio è stato così caratterizzante da lasciare un’impronta così indelebile che ancora oggi la strada che collega Basantapur Square al quartiere Lagan, quartier generale per oltre vent’anni degli hippies di tutto il mondo, è conosciuta come “Freak Street”. Questa via accoglie molti nostalgici dell’epoca e viaggiatori, anche locali, che qui trovano più tranquillità e convenienza rispetto ad altri quartieri.
Katmandu, una città, una duplice anima
Katmandu è la città del Nepal che più si avvicina al concetto di modernità benché la sua peculiarità sia questa anima duplice che tende al nuovo, ma è ancorata all’antico, accoglie la cultura buddhista ma anche quella induista. In poche parole un solo luogo in cui convivono in un perfetto equilibrio opposti importanti. Contrasti simili a quelli emanati dal diffusore d’ambiente Kezir, caldi e avvolgenti e al contempo penetranti grazie al mix di legni e spezie.
Il fascino di Katmandu oggi come allora
Se i primi a scoprire e valorizzare Katmandu sono stati i giovani di qualche generazione fa, è sicuramente stato poi il fascino irresistibile di questo luogo a cavallo tra medio ed estremo oriente a determinarne la celebrità.
Nonostante le disavventure di cui la storia e il tempo l’hanno resa vittima, per ultimo il terremoto del 2015, oggi Katmandu si mostra ancora nel suo splendore con i suoi tanti monumenti e siti d’interesse, concentrati per lo più nella parte vecchia, quella più autentica. Oltre alle attrazioni più note sono certamente i cortili nascosti, i tesori come lo Stupa di Kathesimbhu, i ristoranti newari, il mercato e i rintocchi delle campane buddiste le cose che non possono sfuggire a chi si concede il “lusso” di visitare Katmandu.
“Per la nostra generazione ha rappresentato quello che nel Sette/Ottocento ha rappresentato il Grand Tour, solo qui a partire non erano solo i figli dei nobili, ma ragazzi di tutte le classi sociali: dai borghesi agli operai, c’era abbastanza varietà umana. È stato un po’ l’apripista del turismo di massa. Il flusso si è interrotto per forza di cose nel 1979, con l’invasione russa dell’Afghanistan, ma già da qualche anno l’aria era cambiata, si respiravano le tensioni nella zona, specie con l’arrivo di Komehini al potere, nel 1978. Un’esperienza dunque irripetibile, per numeri di partecipanti e intensità dell’esperienza. Forse per la generazione successiva l’Inter Rail e dopo l’Erasmus hanno rappresentato qualcosa di simile come esperienza di vita”
Emanuele Giordana “Viaggio all’Eden”